L’Italia e il Garante per la privacy sono da poco saliti agli onori della cronaca per aver – come prima Autorità al mondo – stoppato temporaneamente ChatGTP per violazioni della normativa GDPR.
Il caso è indubbiamente eclatante. Eppure, non è la prima volta che l’Italia si presenta sulla scena internazionale come leadernell’affrontare questioni digital particolarmente complesse.
Ad esempio, recentemente, è emersa dagli organi di stampa un’indagine condotta dalla Procura di Milano nei confronti di META, colosso americano guidato da Mark Zuckerberg, per omessa
dichiarazione dell’Iva dovuta su operazioni, asseritamente gratuite, di scambio tra dati personali degli utenti – utilizzati per la pubblicità profilata – e i servizi delle piattaforme social offerti dalla stessa società.
Nonostante le “luci della ribalta” siano ora tutte sul caso ChatGTP, vale certamente la pena condividere qualche riflessione sulla vicenda META che pure potrebbe avere effetti potenzialmente dirompenti per i provider di servizi simili a quelli offerti dalla società americana data la sempre maggiore centralità dei dati nell’attuale contesto globale di digitalizzazione.
Articolo di Alessandro Foti e Jacopo Piemonte pubblicato sul sito di De Berti Jacchia